Il grande collasso: social media e notizie

Il rapporto tra Big Tech e giornalismo è molto più complicato di quanto sembri.

Nell’ultimo decennio, la Silicon Valley ha imparato che le notizie sono un’attività disordinata, costosa e a basso margine, del tipo che, se non si sta attenti, può trasformare un amministratore delegato di poco conto in un criminale internazionale e trascinarlo davanti al Congresso.

Non sorprende quindi che le Big Tech abbiano deciso di chiudere con l’impresa. Dopo le elezioni del 2016, le notizie sono diventate un problema piuttosto che una caratteristica, una gravosa responsabilità di arbitraggio della verità che nessun dirigente voleva affrontare. Lentamente, e poi non così lentamente, le aziende hanno abbandonato le notizie. Facebook ha ridotto la sua visibilità nei feed degli utenti. Sia Meta che Google hanno limitato la distribuzione di contenuti giornalistici in Canada. Il responsabile di Meta per Instagram, Adam Mosseri, ha fatto notare che il suo nuovo social network, Threads, non si sarebbe fatto in quattro per amplificare i contenuti giornalistici. Elon Musk ha distrutto Twitter, apparentemente come parte di un progetto politico reazionario contro la stampa, e ha preso una serie di decisioni che hanno fatto sì che il suo sostituto, X, venisse inondato di spazzatura. Come ha dichiarato di recente il New York Times, “le principali piattaforme online stanno rompendo con le notizie”.

 

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