Linda Laura Sabbadini: “Senza uguaglianza di genere, non può esserci crescita”
Il 2021 sarà l’anno del debutto dell’Italia nell’ospitare il G20. Un’occasione importante, che porterà l’attenzione anche sulle azioni da intraprendere per la parità di genere. D’Altra parte è stato proprio il premier Giuseppe Conte, nell’inaugurare la presidenza italiana, a indicare fra le priorità di lavoro l’empowerment femminile.
In questa direzione, il lavoro messo a punto nel Communique da parte dell’engagement group Women20 – riunitosi a a Riyadh lo scorso ottobre – è stato posto sul tavolo dei leader del G20 già il 20-21 novembre. Si tratta di un documento corposo, articolato in una serie di Raccomandazioni e in un Manifesto di azioni anti-Covid, rivolti a supportare specificatamente la popolazione femminile in una fase storica così critica. Vedremo quali risposte i policy maker riusciranno a dare. Secondo Laura Linda Sabbadini, direttrice centrale dell’istat, Incoming Chair di Women20, l’ambizione è quella di convincere il G20 della strategicità delle raccomandazioni del W20″. È proprio questo il punto.
In generale, e in Italia in particolare, la pandemia ha messo in evidenza come la convenienza di una rappresentanza equilibrata, ad esempio nelle task force costituite nella prima fase emergenziale, non è ancora compresa. Come fare, dunque?
Non è compresa a causa di un ritardo culturale profondo esistente nel nostro Paese e anche nella classe politica. Deve essere chiaro, una volta per tutte, che le donne non sono una categoria. Non sono un soggetto svantaggiato, né un “settore” a cui dare briciole. Sono la metà del mondo, la metà del nostro Paese, non valorizzarle significa esautorarle dei diritti, che le madri costituenti hanno tutelato nell’articolo 3 della nostra Costituzione.
Il W20 è un luogo assai prezioso, perché produce raccomandazioni e può incidere fortemente sulle scelte finali dei leader del G20. La pandemia non ha fatto altro che rafforzare il concetto che, senza uguaglianza di genere, non può esserci crescita, né prosperità, né cura del Pianeta. Non è più sostenibile una situazione in cui, ad esempio, le donne siano il pilastro della Sanità pubblica, ma sono escluse dai livelli decisionali più alti, come in Italia dove i primari uomini sono più dell’80%.