Come trascorrere intelligentemente delle vacanze intelligenti, secondo Umberto Eco
Da oggi e per tutta l’estate Umberto Eco ci accompagnerà su cheFare con alcuni estratti dai suoi saggi più celebri. Grazie alla collaborazione con La Nave di Teseo, cheFare propone alcuni pezzi che ci aiutano non solo a ricordare uno dei più importanti intellettuali del Novecento, ma a riscoprire l’efficacia e la duttilità di un pensiero sempre vigile e che oggi è più che mai necessario riprendere in mano. Da rileggere e nel caso da scoprire (per i più fortunati) per la prima volta.
È buona usanza che all’avvicinarsi delle vacanze estive i settimanali di politica e cultura consiglino ai lettori almeno dieci libri intelligenti per poter trascorrere intelligentemente delle vacanze intelligenti.
Prevale tuttavia lo sgradevole vezzo di considerare il lettore un sottosviluppato, e così vediamo scrittori anche illustri affannarsi a suggerirgli letture che qualsiasi persona di media cultura dovrebbe aver già fatto almeno dai tempi della scuola media. Ci pare pertanto offensivo o quanto meno paternalistico umiliare il lettore consigliandogli, che so, l’originale tedesco delle Affinità elettive, il Proust della Pléiade o le opere latine del Petrarca. Dobbiamo considerare che, sottoposto da tanto tempo a tanti consigli, il lettore sia diventato sempre più esigente, mentre si deve tener conto anche di chi, non potendo permettersi vacanze costose, si avventuri in esperienze tanto disagiate quanto eccitanti.
Per chi avrà lunghe ore in spiaggia consiglierei la Ars magna lucis et umbrae di padre Athanasius Kircher, affascinante per chi sotto i raggi infrarossi voglia riflettere sui prodigi della luce e degli specchi. L’edizione romana del 1645 è ancora reperibile in antiquariato per cifre indubbiamente inferiori a quelle che Calvi ha esportato in Svizzera.
Non consiglio di prenderla a prestito in biblioteca, perché si trova solo in vetusti palazzi dove gli inservienti sono di solito mutilati del braccio destro e dell’occhio sinistro, e cadono quando si inerpicano sulle scalette che portano alle sezioni dei libri rari. Altro inconveniente è la mole del libro, e la friabilità della carta: da non leggere quando il vento trascina gli ombrelloni.
Un giovane che invece tenti viaggi a biglietto forfettario per l’Europa, in seconda classe, e che debba quindi leggere in quei treni dai corridoi completamente affollati, dove si sta in piedi con un braccio fuori dal finestrino, potrebbe condur seco almeno tre dei sei volumi einaudiani del Ramusio, leggibili tenendone uno tra le mani, l’altro sotto il braccio, il terzo tra l’inguine e la coscia. Leggere di viaggi durante un viaggio è esperienza molto densa e stimolante.
Per giovani reduci (o delusi) da esperienze politiche, che tuttavia vogliono tener d’occhio i problemi del Terzo mondo, suggerirei qualche piccolo capolavoro della filosofia musulmana. Adelphi ha pubblicato recentemente il Libro dei consigli di Kay Ka’us ibn Iskandar, ma sfortunatamente non c’è l’originale iranico a fronte, e ovviamente si perde tutto il profumo.
Consiglierei invece il delizioso Kitab al-s’ada wa’L is’ad, di Abul’l-Hasan Al’Amiri, di cui è reperibile a Teheran un’edizione critica del 1957.
Poiché non tutti leggono correntemente le lingue mediorientali, per chi può muoversi in macchina senza problemi di bagaglio, sempre ottima è l’intera raccolta della Patrologia del Migne. Sconsiglierei di scegliere i padri greci sino al concilio di Firenze del 1440, perché occorre portarsi seco 161 volumi dell’edizione greco-latina e 81 dell’edizione latina, mentre coi padri latini sino al 1216 ci si può limitare a 218 volumi. So benissimo che non tutti sono reperibili sul mercato, ma si può sempre ricorrere alle fotocopie.
Per coloro che abbiano interessi meno specialistici consiglierei alcune buone letture (sempre in originale) della tradizione cabbalistica (oggi essenziale anche per capire la poesia contemporanea). Bastano poche opere: una copia dello Sefer Yezirah, lo Zohar, naturalmente, poi Moses Cordovero e Isaac Luria. Il corpo cabbalistico è particolarmente adatto alle vacanze, perché delle opere più antiche si possono trovare ancora ottimi originali in rotolo, che sono facilmente allogabili nello zaino anche per gli auto-stoppisti.
Il corpo cabbalistico è poi ottimamente utilizzabile nei Club Méditerranée, dove gli animatori possono costituire due squadre che concorrono a chi produce il Golem più simpatico. Infine, per chi avesse difficoltà con l’ebraico, rimangono sempre il Corpus Hermeticum e gli scritti gnostici (meglio Valentino, Basilide è non di rado prolisso e irritante).
Tutto questo (e altro), se volete delle vacanze intelligenti. Altrimenti non stiamo a discutere, portatevi i Grundrisse, i Vangeli apocrifi e gli inediti di Peirce in microfiches. Insomma, i settimanali di cultura non sono un bollettino per la scuola dell’obbligo.