Pratiche di potere: laboratori di progettazione partecipata per migliorare il benessere scolastico

“La partecipazione è l’atto di coltivare una pratica di libertà” ci dice Bell Hooks, rifiutando di restare passivi e silenziosi, affermando il proprio diritto di essere visti e ascoltati, unendo pensiero e azione in prassi di cambiamento che preludono ad un miglioramento delle condizioni di tutti e tutte, che libera colui che agisce da una situazione di subalternità interiorizzata. Quando partecipiamo attivamente nel contesto sociale in cui ci troviamo, ci rendiamo conto che siamo parte integrante di un tessuto complesso, interconnesso. Non siamo semplici spettatori, ma attori che realizzano un processo di cambiamento, che si assumono una responsabilità nell’agire un potere. Il potere del cambiamento di cui Maslow parlava nella sua definizione di potere come possibilità di far accadere/impedire un cambiamento.

Uno degli obiettivi centrali del progetto Traiettorie Urbane è la crescita sociale dei ragazzi e delle ragazze di Palermo, abbattendo le barriere fisiche e sociali della città per renderli protagonisti nel disegno delle loro “traiettorie di vita” e nell’azione per il cambiamento positivo dei territori in cui vivono. In questa direzione si inserisce il lavoro svolto con i laboratori di progettazione partecipata nelle scuole secondarie di primo grado ‘Di Vittorio’ nella costa sud di Palermo e ‘Peppino Impastato’ nel quartiere Noce.

I laboratori di progettazione partecipata sono spazi di dialogo permanente tra studenti e studentesse per promuovere il benessere scolastico. In particolare, durante tutto l’anno scolastico, si lavora su proposte di miglioramento relative alle dinamiche relazionali, alla didattica, alla riqualificazione degli spazi scolastici e al rapporto scuola/territorio. Per prima cosa, ci chiediamo insieme quali sono gli elementi chiave per il benessere di ragazzi e ragazze considerando questi 4 aspetti della vita scolastica. Questo ci permette di elaborare  proposte concrete, che vengono sottoposte al vaglio di tutte le classi coinvolte, del corpo docente e della dirigenza della scuola.

La metodologia che adottiamo è quella tipica dell’approccio ai diritti, che si colloca all’interno del modello pedagogico socio-costruttivista, e promuove una visione dell’insegnamento/apprendimento in cui il partecipante è posto al centro e l’apprendimento avviene attraverso la cooperazione e la collaborazione all’interno del gruppo. Il docente è mediatore e facilitatore dei processi di insegnamento/apprendimento: gli interventi formativi/educativi inclusivi rispettano le identità e caratteristiche di ogni persona, utilizzano linguaggi adeguati e promuovono la libera espressione delle idee e delle opinioni dei membri del gruppo (adulti o minorenni), attraverso stimoli opportuni e tecniche di facilitazione.

Questo percorso di partecipazione, gestito da rappresentanze di studenti e studentesse, ha individuato soluzioni condivise ed è in procinto di realizzare un’azione di cambiamento stabile nelle due scuole.

Uno degli esiti è stato l’istituzione di un consiglio dei rappresentanti degli studenti e delle studentesse, scelti dalle diverse classi, che hanno riflettuto insieme sulle problematiche emerse a scuola e su come risolverle. Il consiglio ha elaborato proposte concrete che sono state riportate e condivise nelle classi con i compagni e le compagne, in momenti di raccordo, e presentate alle Dirigenti Scolastici per essere realizzate.

I ragazzi e le ragazze, quindi, sono diventati protagonisti del cambiamento e potranno vederlo compiersi entro la fine dell’anno scolastico, grazie al loro impegno e alla collaborazione della sponda adulta (docenti, dirigenti scolastici, educatori e educatrici, famiglie).

La ricerca sulla salute mentale degli adolescenti condotta da Openpolis alla fine del Covid ha mostrato come la fascia adolescenziale abbia gravemente sofferto nel periodo pandemico, e l’indice di benessere psicologico (rilevato tramite questionario) rivela come vi sia stato un peggioramento rispetto al passato. La VI rilevazione 2022 del Sistema di Sorveglianza HBSC Italia (Health Behaviour in School-aged Children – Comportamenti collegati alla salute dei ragazzi in età scolare) dell’Istituto Superiore di Sanità condotta coinvolgendo 89mila ragazzi e ragazze di 11, 13, 15 e 17 anni, mostra come 2 intervistati su 5 dichiarano che la pandemia abbia impattato negativamente sulla propria salute mentale.

Tenuto conto di questi dati, non stupisce che quest’anno le proposte dei Laboratori di Progettazione Partecipata, condotti da un operatore e un’operatrice di Edi Onlus e dell’associazione booq, abbiano portato le classi delle scuole Di Vittorio e Impastato a votare, progettare e realizzare iniziative riferite al miglioramento delle relazioni con i pari.

Entrambe le scuole hanno pensato di realizzare la “festa del benessere scolastico”, una giornata, alla fine dell’anno scolastico, dedicata alle relazioni tra gli studenti, e tra insegnanti e studenti: un momento di festa, di condivisione, di saluto prima delle vacanze estive. La giornata, nelle sue varie fasi, è stata progettata dagli studenti e dalle studentesse, partendo proprio dal loro punto di vista. Il programma prevede giochi, momenti dedicati alla musica ed al ballo, al karaoke, momenti per condividere esperienze delle singole classi o singoli studenti o studentesse, concedendo a chi ne abbia voglia di far conoscere al resto della scuola una presentazione, un’esibizione, un messaggio. Una giornata, insomma, pensata e realizzata dagli studenti… per gli studenti.

Alla scuola Di Vittorio è stata anche progettata e proposta alla dirigente una seconda proposta: la realizzazione di tornei sportivi tra le diverse classi dell’istituto. Anche questa idea nasce dall’esperienza degli ultimi anni a scuola condizionati dall’emergenza Covid 19: in questi anni infatti non sono state realizzate attività fisiche, sportive, né tantomeno è stato possibile incontrarsi con altre classi, fare nuove amicizie, confrontarsi, condividere e… potersi sfidare. La dirigente, sostenuta dal corpo docente, ha accolto l’idea dei ragazzi e delle ragazze con entusiasmo. Grazie a un lavoro di sviluppo di reti territoriali, creando connessioni con gli altri Istituti ed enti, ed in particolare con una parrocchia del quartiere che metterà a disposizione spazi e attrezzature, è stato dunque possibile mettere in cantiere il progetto delle “Divittoriadi”, una serie di tornei e attività che i ragazzi e le ragazze già sperano si possano ripetere ogni anno.

Con il supporto di insegnanti e dirigenti si è così dato spazio al principio di partecipazione sancito dall’art. 12 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, promuovendo nelle due scuole il protagonismo di studenti e studentesse, consultandoli, prendendo in considerazione il loro punto di vista, valorizzandoli come protagonisti del cambiamento a scuola e coinvolgendoli nella progettazione e nella realizzazione delle attività didattiche.

Il prossimo anno vedrà la continuazione di questa esperienza, che si prolungherà anche nel terzo anno del progetto Traiettorie Urbane, con un sempre maggior impegno da parte dei docenti e un graduale passaggio di consegne dal team del Terzo Settore che ha promosso l’iniziativa alle scuole, che lo possono far diventare parte del proprio Piano dell’Offerta Formativa.

 

Immagine di copertina di Clem Onojeghuo su Unsplash