L’Italia ha bisogno di una nuova biografia culturale: insieme a Il Saggiatore e con il sostegno di MiBACT e SIAE e il loro progetto ‘Per Chi Crea’, abbiamo BAGLIORE, un programma di 6 residenze artistiche per scriverla — una delle residenze si terrà a Catania negli spazi di Officine Culturali, un’associazione culturale la cui presenza è diffusa in luoghi come il Monastero di San Benedetto, il suo Museo della Fabbrica e il relativo Archivio, il Museo universitario di Archeologia, l’Orto Botanico e il Museo Civico Castello Ursino.
Si tratta di un’impresa sociale in cui la ricerca e la progettazione si trasformano in esperienza e racconto finalizzati a rendere i beni culturali uno spazio di integrazione e aggregazione per la collettività. Nata nel 2009, oggi Officine Culturali conta 12 dipendenti e collaborazioni culturali di alto livello con le maggiori istituzioni dell’area. BAGLIORE offre 6 borse di residenza a 6 scrittrici e scrittori under 35 residenti in Italia — 5 mesi di programma, 15 giorni di residenza artistica a 1.600€ lordi di contributo.
Le candidature sono aperte fino al 4 ottobre e per aiutare i candidati a scegliere meglio e a raccontarsi meglio, abbiamo chiesto ai nuovi centri culturali che ospiteranno BAGLIORE di dirci, secondo loro, che tipo di persona sarebbe la più adatta a raccontare le loro iniziative.
Continuiamo con Ciccio Mannino, delle Officine Culturali di Catania.
Vuoi saperne di più? Nella nostra colonna di ricerca I Nuovi Modi di Fare Cultura abbiamo scoperto cosa sono le Officine Culturali.
Cosa accade nel tuo centro culturale?
L’associazione culturale Officine Culturali viene fondata il 2 novembre 2009. L’11 settembre 2018 l’associazione acquisisce la qualifica di Impresa Sociale ETS. Dal 2010, grazie ad un partenariato con l’Università di Catania (non oneroso per l’Ateneo), l’associazione si prende cura del Monastero dei Benedettini, oggi popolata sede universitaria nonché edificio di riferimento per la comunità locale, che vi si riconosce sempre più. L’associazione, nata nel 2009 dall’aggregazione di studenti e studiosi e oggi organizzazione non profit con 12 dipendenti a tempo indeterminato con CCNL Federculture. Oggi Officine Culturali, socio e parte del Consiglio Direttivo Federculture e membro dell’International Council of Museums (ICOM), svolge le sue attività tra il Monastero, il suo Museo della Fabbrica e il relativo Archivio, il Museo universitario di Archeologia, l’Orto Botanico, il Monastero di San Benedetto e il Museo Civico Castello Ursino.
In questi otto anni Officine Culturali ha ritenuto imprescindibile tutelare il patrimonio culturale, rendendolo accessibile e comprensibile attraverso forme inclusive e partecipative di mediazione e comunicazione sociale della ricerca scientifica. Non meno importante, il contrasto al fenomeno delle povertà educative è stato assunto tra gli obiettivi principali delle azioni realizzate, nel quadro di una visione generale di un welfare culturale con finalità di coesione sociale. Tali finalità sono state perseguite grazie ad attività di ricerca e studio sul patrimonio culturale e i suoi possibili utilizzi.
Il risultato: circa 250mila visitatori accompagnati in 8 anni (38mila nel 2018); una adesione crescente e convinta della comunità locale, sempre più consapevole della natura di bene comune del Monastero e dei suoi utilizzi possibili; bambini e ragazzi di ogni età coinvolti a migliaia ogni anno nella partecipazione ad attività educative e nella co-creazione di contenuti; processi inclusivi volti ad abbattere barriere architettoniche, sociali, economiche e cognitive; scambio crescente tra la comunità universitaria e il resto del territorio: tutto questo ha radicalmente cambiato la percezione del complesso architettonico da parte della città, attivando sentimenti di integrazione, partecipazione, coinvolgimento e cittadinanza attiva. Un orgoglio collettivo ben riscontrabile dalla reputazione che i catanesi stanno costruendo in così pochi anni attorno al “loro” Monastero, vivendo intorno ad esso una stagione di attivismo civico.
Officine Culturali vuole lavorare sul welfare culturale e la consapevolezza civica, grazie ad un palinsesto storico-architettonico che restituisce complessità storica e non solo bellezza (funzione educativa); e integrazione, grazie ad attività diversificate che consentono un continuo scambio tra le persone (funzione coesiva): mediante la collaborazione tra un ente scientifico-didattico pubblico e una organizzazione non profit, la Terza Missione dell’università si fa sperimentazione quotidiana, public engagement, accessibilità, inclusione e infine motore di coesione sociale e valorizzazione professionale del capitale umano e culturale.
Qual è il tuo candidato ideale?
Una persona curiosa, attenta alle idee che troverà, ma anche a chi usufruisce degli esiti di quelle idee. Indipendente. Possibilmente che conosca il mondo dei beni culturali, e soprattutto che sia intrigata dal rapporto che le persone intessono con quel mondo. E a cui, più in generale, interessino le relazioni tra persone e luoghi. Una persona, infine, che non si spaventi a tuffarsi nel quotidiano di un’impresa sociale che ogni giorno gestisce attività per centinaia di utenti, affronta emergenze, tenta la sostenibilità, sogna l’efficacia del proprio operato.