150.000 euro per la cultura. Torna il bando cheFare, e si fa in tre

bando cheFare

E dunque ci siamo. Torna il bando cheFare e ricomincia da tre (per partecipare clicca QUI). A tre anni da quando ci siamo incontrati la prima volta, rieccoci con la terza edizione del bando Questo è un momento di svolta per cheFare, dopo tre anni di attività abbiamo sentito il bisogno di fare di più, di crescere e di dare maggiore spazio all’approfondimento dei temi che ci stanno a cuore. Quelli della cultura e dell’innovazione.

Le classifiche ci interessano poco e abbiamo cercato una strada diversa

Molte le novità in ballo, la prima riguarda proprio il bando: a differenza delle passate edizioni quest’anno i vincitori saranno tre, a pari merito. Le classifiche ci interessano poco, e poiché le scorse volte abbiamo visto che il premio unico era un’eccessiva forzatura, abbiamo cercato una strada diversa, per dare il giusto riconoscimento a più proposte. Quindi per la prima volta premieremo con 150.000 euro 3 progetti – con 50.000 euro ciascuno – anche grazie al contributo di Fondazione Cariplo.

Oltre alle novità sul bando, ce ne sono altre due di cui siamo molto soddisfatti.
La prima è che abbiamo allargato la rosa dei partner con cui condividere questa esperienza, perché collaborare con importanti realtà – di diversa natura e diffuse nei territori – è il modo migliore per dare vita a un percorso di qualità e ricco di stimoli.

L’altra novità fondamentale riguarda lo sviluppo di un sito tutto nuovo, una vera piattaforma produzione e confronto culturale. L’abbiamo chiamata Almanacco, perché vuole essere un diario aperto ad articoli, analisi, anticipazioni, riflessioni, reportage. A fianco di questa sezione e di quella dedicata al bando, ce ne saranno altre due, che stiamo ancora sviluppando.

cheFare bando

Una è Campagne, uno spazio che raccoglierà i percorsi di attivazione e partecipazione che ci vedranno coinvolti a vario titolo nel futuro. L’altra è Ricerche, una sezione dedicata alla presentazione di studi sull’innovazione sociale e culturale e che sarà attivata grazie alla collaborazione con università e centri di ricerca.

A volte, guardandoci indietro, sembra che siano passati secoli.
Quando siamo partiti la prima volta, in quello che rivisto adesso sembra uno strano esperimento, ci aspettavamo di ricevere qualche decina di progetti, e ne abbiamo ricevuti oltre 500.
Quell’anno, quando abbiamo chiesto ai pubblici di votare i progetti, abbiamo ricevuto 42.000 voti. E tutta quella strada (quelle migliaia di ore frenetiche, stropicciate, vorticose) ha portato alla vittoria di Lìberos.
Nella seconda edizione abbiamo ricevuto 600 progetti e 70.000 voti, e alla fine di tutto il percorso la giuria ha scelto Di Casa in Casa, la rete delle Case del Quartiere di Torino.

Abbiamo iniziato questo percorso perché non ci volevamo rassegnare all’idea che non esistesse un modo per fare cultura in modi economicamente sostenibili e socialmente innovativi.

Eppure non sono secoli quelli che sono passati: solo anni straordinariamente densi.
Densi di incontri, di discussioni, di scoperte; di piccoli e grandi successi, di indecisioni, e ogni tanto anche di fallimenti.
Come sanno le comunità culturali che ci hanno conosciuti in questi anni, per noi il bando è soprattutto uno strumento di indagine. Abbiamo iniziato questo percorso perché non ci volevamo rassegnare all’idea che non esistesse un modo per fare cultura in modi economicamente sostenibili e socialmente innovativi.

Il bando serve a noi ed alla rete che stiamo costruendo per conoscere, raccontare e mettere in relazione proprio chi, come noi, ha voglia di fare la differenza. Di realtà come queste ne abbiamo scoperte tantissime, e molte altre ne scopriremo: al Sud come al Nord; nelle metropoli, nelle piccole città e nelle campagne. Piattaforme digitali e luoghi abbandonati riportati in vita. Percorsi partecipati di recupero del patrimonio e sguardi obliqui sulla cultura che verrà. Comunità e reti. Associazioni e imprese.

Oggi, come ieri, non abbiamo la pretesa di dire agli altri come stano le cose. Oggi, più di ieri, stiamo costruendo una piattaforma nella quale gli innovatori culturali possano farsi riconoscere, raccontarsi, discutere.

Con il 2015 abbiamo fatto ancora un altro passo. Dopo essere cresciuti per tre anni dentro – e insieme – al sito di critica culturale doppiozero, è stato un passaggio naturale quello di costruire una nuova casa nella quale ospitare tutte le nostre attività. Un passo dopo l’altro, con il sostegno dei partner, delle reti e delle comunità dell’innovazione culturale, siamo certi che ne vedremo di tutti i colori: sarà un’esplorazione di strani, nuovi mondi, alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà. Come sempre non sappiamo chi arriverà alla fine del percorso ma quest’anno non ne resterà solo uno, saranno in tre.

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