Rivendicare spazio, perché non esiste l’oggetto perfetto

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Nel saggio Small Things Considered Henry Petroski sostiene che l’oggetto perfetto non possa esistere, che ogni progetto è prima di tutto un processo a cui partecipano attori ed esigenze diverse. Dai libri, alle sedie, ai ponti, per quanto piccola o grande sia la scala, il compito del buon design è dunque mirare a un certo grado di funzionalità, a uno stato di perfezione temporanea. Se questo avviene per tentativi, il tempo serve a migliorare, a ripensare la forma delle cose che utilizziamo, degli spazi in cui viviamo, a individuarne i punti deboli, le richieste ignorate e quelle che si aggiungono. Sembra una dichiarazione scontata – che niente esiste in senso assoluto, che tutto può essere adeguato alle nuove esigenze – eppure, in mancanza di forme alternative, quel che non cambia viene percepito come standard, scontato, naturale.