STEM ed empowerment dei cittadini, leggi l’intervista a Federica Vittori

Questo articolo è stato originariamente pubblicato su Percorsi con i Bambini.

Il periodo di emergenza da cui stiamo cercando di uscire ha sottolineato, riguardo all’istruzione e non solo, quanto restino ancora marcate e determinanti le differenze sociali. Intere famiglie sono rimaste isolate per mancanza di strumenti tecnologici adatti a sostenere l’educazione dei* propri* figl*, rendendo difficile il compito della scuola di essere il primo luogo di partecipazione e cittadinanza attiva. L’aiuto alla scuola, più che a livello istituzionale, è arrivato dalla rete di organizzazioni che a vario titolo sono entrate in dialogo con essa negli ultimi anni.

Al di là delle infrastrutture, probabilmente quello di cui si è sentita la mancanza è una piena consapevolezza del ruolo di presidio degli istituti scolastici nel territorio.

Federica Vittori, all’interno di cheFare, agenzia per la trasformazione culturale, si occupa di progetti territoriali, di pianificazione strategica e di empowerment rivolti a persone, organizzazioni e comunità. Le sue parole aiutano a tracciare una cornice di riferimento per questo tipo di riflessioni:

“I mesi passati hanno travolto la società in maniera inaspettata. Già questo è rilevante. La comunità scientifica concorda sul fatto che ci siamo trovati di fronte ad un fenomeno previsto e prevedibile. Tuttavia è apparso debole se non inesistente il collegamento tra scienza, politiche, società. Con questa precisazione siamo stati colti alla sprovvista e sono emerse in maniera evidente le fragilità che caratterizzavano la vita sociale, culturale, economica. La scuola non fa eccezione e nell’emergenza ha messo in campo tutte le soluzioni possibili, spesso grazie all’intraprendenza dei singoli istituti, dirigenti, insegnanti, genitori. Le soluzioni trovate hanno fatto i conti con carenze strutturali: non tutte le famiglie dispongono di pc o dispositivi tali da poter essere utilizzati per la DAD e non sempre le scuole sono state in grado di fornirli a tutta la popolazione studentesca. La presenza di connessioni internet in grado di supportare un significativo scambio di dati non deve essere data per scontata, anche perchè non esiste una significativa rete pubblica se non in casi puntiformi e abbastanza eccezionali.