Creazione intransitiva. Intervista a Tim Ingold
Incontro virtualmente Tim Ingold un pomeriggio di fine marzo, lui ad Aberdeen in Scozia, dove è professore emerito in Antropologia sociale all’università, io vicino Roma. La video-intervista è diffusa il 1 aprile in occasione di Nuage pourpre, una giornata di studi che co-organizzo con Géraldine Sfez e Pascale Pronnier a Le Fresnoy. Studio national des Arts contemporains di Torcoing (Lille). Il titolo riprende The Purple Cloud (1901), romanzo post-apocalittico di science-fiction di Matthew Phipps Shiel (La nube purpurea, tradotto da Mondadori e Adelphi), dove la popolazione è decimata da un’enigmatica nube purpurea…
Definire Tim Ingold come antropologo sociale e culturale è riduttivo. I suoi lettori, come scrive nel prospetto del suo prossimo libro – Imagining for Real. Essays on Creation, Attention and Correspondence – che uscirà a novembre per Routledge, coprono territori culturali disparati quali “geografia umana, archeologia, architettura, storia dell’arte, musica, teologia, filosofia, studi letterari, studi sulla cultura materiale, studi sulla scienza e la tecnologia, studi culturali, sociologia, psicologia, biologia e filosofia”. Per rendersene conto basta leggere il profilo che Ingold stesso ha redatto nel 2001 per un’antologia italiana di suoi testi, e che qui ripercorro brevemente.