Quando identità e diritti vengono messi a fuoco nel dibattito pubblico, in Italia si tende a volgere lo sguardo altrove. Gli studi critici sul genere e la razza, ad esempio, vengono tenuti a distanza anche dalle istituzioni accademiche (o almeno dalle più conservatrici), santuari di una purezza disciplinare che si nutre esclusivamente della propria storia, senza mai mettersi in discussione. L’elezione al governo di una leader ultraconservatrice, che impone di essere identificata nel proprio ruolo tramite il genere maschile, non promette cambi di passo. Per fortuna resiste l’editoria, e soprattutto quella di nicchia, che ci stimola con narrazioni altre e inedite chiavi di lettura del presente. Tlon Editore ha recentemente pubblicato Lacrime bianche / ferite scure. Femminismo e supremazia bianca di Ruby Hamad.
Primo libro della giornalista e accademica australiana di origini libanesi, il testo affronta un nodo delicato come le reazioni vittimistiche delle donne e delle femministe bianche quando vengono accusate di razzismo. Ricordiamo che anche i femminismi hanno conosciuto discriminazioni interne, a partire dalle suffragette che ripudiavano le donne nere dai loro consessi.