Ogni cosa è relazione

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    Questo articolo è stato originariamente pubblicato su Giunti Scuola. Clicca il pulsante in basso per leggere il testo completo.

    Non comprendendo alcuni passaggi chiave della fisica contemporanea, non mi sento troppo diverso da coloro che, all’epoca di Galileo , si incaponivano a sostenere che la Terra fosse al centro dell’Universo.
    “Il mondo non è fatto di corpi, di oggetti, ma di processi, di relazioni. Ogni oggetto è un gruppo di fenomeni e a livello microscopico ci sono particelle che esistono solo se sbattono da qualche parte, se entrano in relazione, altrimenti non esistono. Non sono possibili previsioni certe, solo probabilità”. Questo modo di vedere di Werner Heisemberg , raccontato da Carlo Rovelli, non era stato mai pensato prima. Se ci riflettiamo con calma e lo accogliamo pienamente, credo cambi un bel po’ di cose.

    La fisica, anche a chi fatica a comprenderla come me, offre infatti una potente metafora di noi stessi e di ciò che viviamo in classe.
    Quanti bambini e ragazzi restano invisibili finché non sbattono da qualche parte? Quanti sbattono apposta perché qualcuno si accorga di loro o sbattono forte con gli altri o con ciò che hanno intorno perché qualcuno avverta la profondità di conflitti e sofferenze che li abita?

    Note

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