Ancora sul ruolo del tempo
In alcune riflessioni precedenti in questa stessa sede ho richiamato l’attenzione sulla necessità di andare più a fondo nella progettazione del tempo delle attività culturali a partire dal fatto che proprio il tempo è per la partecipazione culturale, per la lettura e anche per la frequentazione delle biblioteche il vero tallone d’Achille. Il tema non è la mancanza di tempo libero ma il suo ritmo e la sua densità. Si tratta di dimensioni più complesse da capire che hanno a che vedere con l’erosione delle pratiche sociali collettive che si basavano su ritmi temporali istituzionalmente stabili1Per un approfondimento rimando a Chiara Faggiolani, Le biblioteche «temperia» e il problema del tempo umano in Libro città aperta. Le biblioteche e lo sviluppo umano. Cinque tesi, a cura di Chiara Faggiolani, Milano, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Milano, 2024, p. 51-60. Si veda anche Judy Wajcman, La tirannia del tempo. L’accelerazione della vita nel capitalismo digitale, Roma, Treccani, 2020..
Sono tantissime le evidenze che potrei portare per raccontarlo, ne scelgo una per tutte.
L’ultimo Rapporto AIE sullo stato dell’editoria in Italia 2024 uscito da pochissimo ha dedicato una riflessione al tempo della lettura evidenziando come esso non sia poco in assoluto: il 20% di chi si dichiara lettore afferma di dedicare alla lettura di un libro, di un e‐book o all’ascolto di un audiolibro più di 5 ore alla settimana; mediamente le persone leggono quattro ore e venti minuti a settimana ovvero quasi quaranta minuti al giorno.
Non è poco in termini di volume ma si tratta di un tempo frammentato, distribuito all’interno di micro-nicchie temporali sparse all’interno della giornata (il tragitto verso i luoghi di lavoro sono un esempio). Questo fatto non è neutro e impatta per esempio sul tipo di letture scelte. Tra coloro che hanno utilizzato Facebook o Instagram negli ultimi 15 giorni – dice AIE – il 23% afferma di aver letto «contenuti narrativi» presenti sui social o sulle piattaforme. Quasi 1/3 afferma di scegliere queste modalità di narrazione perché «per lunghezza si adattano alla mia giornata» e un altro 1/3 perché sono «testi semplici in cui mi riconosco».
C’è da chiedersi se alla base delle criticità che le statistiche sulla lettura lasciano emergere ogni anno rispetto al numero dei lettori non ci sia qualcosa che abbia a che vedere con questo aspetto: non la mancanza di tempo ma la sua densità, la sua organizzazione strutturale, la sua intensità. Il suo ritmo.
È nel tempo libero che diventiamo umani e scopriamo qualcosa di noi e del mondo
La felicità della lettura e l’esperienza di flusso
Leggere prima di tutto è un vizio – saremo tutti d’accordo, credo – ovvero è una attività che quando praticata in un certo modo genera un autentico piacere, una sensazione difficile da descrivere che si avvicina potremmo dire, senza paura di esagerare, alla felicità.
Quando leggiamo in modo profondo arriviamo a dimenticarci tutto il resto, rischiamo di perdere il senso del tempo e addirittura la consapevolezza di noi stessi. Perché accade? Perché questa attività che pure è faticosa – come ci hanno spiegato benissimo le neuroscienze perché non naturale – riesce a generare queste sensazioni?
Esattamente per questa stessa ragione: è sfidante. Lo ha spiegato lo psicologo ungherese Mihály Csíkszentmihályi che ha dedicato gran parte della sua vita di studioso a studiare l’origine della felicità in un libro di cui consiglio assolutamente la lettura e che è alla base delle riflessioni che propongo qui e che suggerisce anche il titolo di questo contributo2 Mihály Csíkszentmihályi, Seguire il flow. Cos’è l’esperienza ottimale e come possiamo conquistarla, Milano, Garzanti, 2023.. Dopo aver condotto migliaia di interviste con persone appartenenti a diverse fasce della popolazione, Csíkszentmihályi ha elaborato la nota teoria del flusso: l’effettiva qualità della nostra vita è determinata non tanto dal raggiungimento della felicità ma da ciò che attivamente facciamo per essere felici e neanche solo da questo ma anche dalle persone con cui stiamo e soprattutto dalle sensazioni e dalle emozioni che proviamo. È una questione di intensità.
È all’interno di questi parametri che si svolge la vita, ed è il modo in cui scegliamo quello che facciamo e come lo affrontiamo a determinare se la somma dei nostri giorni equivarrà a una confusione priva di forma oppure a qualcosa che somigli a un’opera d’arte3Ivi, p. 21..
La teoria del flusso scardina il luogo comune che attribuisce la felicità all’assenza di preoccupazioni e anzi attribuisce la stessa al raggiungimento di uno stato mentale profondamente attivo in cui cuore, volontà e mente sono in armonia, profondamente allineate.
Il flow si manifesta di solito quando le persone sono pienamente impegnate ad affrontare una sfida, a risolvere un problema, a scoprire qualcosa di nuovo. Le esperienze di flow sono sfidanti mai neutre, sono faticose mai semplici, ma paradossalmente la fatica non viene percepita come tale perché è bilanciata da una curiosità acuta, da un interesse profondo che consente di esprimere il talento della persona che lo prova.
Durante l’esperienza di flusso la persona è completamente assorta nel compimento dell’azione, la sua concentrazione è massima, e nonostante l’impegno mentale sia alto non si prova fatica, si arriva quasi a perdere la consapevolezza di se stessi. Il senso del tempo è falsato, più lento e più veloce allo stesso tempo.
Nel tempo libero diventiamo umani
È nel tempo libero che si possono realizzare di solito le più potenti esperienze di flusso: gli sportivi lo capiranno subito, ma anche i musicisti, gli scrittori ….e i lettori.
A questo proposito diversi studi hanno dimostrato come sia molto facile raggiungere il flusso leggendo, molto più facile che guardando la televisione4Elisabeth Noelle-Neumann, Stationen der Glücksforschung, in Lese-glück: Bine vergessene Erfabrung?, a cura di A. Bellebaum e L. Muth, Westdeutscher Verlag, Opladen, 1996, p. 15-56. e questo accade proprio perché si tratta di una attività più attiva e ingaggiante. Non solo, alcuni interessanti studi hanno dimostrato come lo stato di flow sia più facilmente raggiungibile quando è il lettore a scegliere liberamente la sua lettura e non quando viene imposta5Cathleen A. Towey, Flow: The Benefits of Pleasure Reading and Tapping Readers’ Interests, “The Acquisitions Librarian”, 13 (2000), 25, p. 131–140. https://doi.org/10.1300/J101v13n25_11. Si veda anche Miriam Falco, Lettura e formazione. Quello che le neuroscienze hanno da dire a genitori e insegnanti, Udine, Mimesis, 202.. Questo per esempio spiegherebbe molte criticità dell’apprendimento a scuola.
L’atto di scegliere la propria lettura in autonomia è da considerarsi un gesto fondamentale, e non solo per i bambini e le bambine, si tratta infatti un momento di autodeterminazione molto profonda. Le scelte che facciamo riflettono gli esseri umani che vogliamo essere in qualche modo.
Attenzione però che sempre secondo Mihály Csíkszentmihályi solo un quarto del tempo libero viene dedicato a svago propriamente attivo mentre la gran parte del tempo è impiegata in attività passive: guardare la televisione, appunto, è un esempio. Ma un esempio ancora più forte è il cosiddetto “scrolling infinito” che occupa tantissimi momenti del tempo libero che è una vera e propria trappola per il cervello.
Dunque, secondo Csíkszentmihályi il tempo libero da solo, senza nulla di specifico su cui impegnare l’attenzione, non solo non procura la felicità ma spesso genera l’opposto dello stato di flow, ossia la cosiddetta “entropia psichica”. Uno stato in cui ci si sente svogliati e apatici.
Ma perché allora trascorriamo così tanto tempo a fare cose che hanno meno possibilità di farci stare bene? Perché attivare il flow non è facile, occorre una sorta di “energia di attivazione” per goderne e per questa ci vuole un tempo che non tutti sono disposti ad impiegare.
Ora il nodo è secondo me proprio questo: l’erosione del tempo lento – nel caso della lettura la frammentazione in micro-nicchie temporali – determina l’impiego di una energia di attivazione che può essere percepita come fine a se stessa che tende a demotivare perché nel momento in cui si sta per raggiungere l’esperienza di flusso, passata la prima fase di attivazione, la nostra micro-nicchia temporale è già esaurita.
In sostanza è come se il lettore nelle sue piccole nicchie temporali dovesse confrontarsi sempre con un investimento iniziale importante senza poter raggiungere lo stato di benessere che il flusso determina.
Le biblioteche e la progettazione del tempo umano
Dunque, seguendo questa mia personalissima ipotesi il vero problema con cui fare i conti – Mihály Csíkszentmihályi lo dice abbastanza chiaramente – non è l’assenza di tempo libero in assoluto ma incredibilmente la nostra totale incapacità di affrontarlo e gestirlo nel migliore dei modi. Ovvero in modo funzionale alla felicità.
In effetti a pensarci bene il tempo libero è completamente lasciato al caso e questo è un fatto molto pericoloso. Se infatti la qualità della vita di un individuo dipende in larga misura da come passa i propri momenti di svago, così anche la qualità della società tutta poggia su una migliore organizzazione del tempo libero.
È in questo scenario che andrebbero posizionate le biblioteche, oasi di decelerazione, spazi per un tempo riconquistato da dedicare alla curiosità, all’approfondimento….il contesto ideale per le esperienze di flusso6Queste sono le indicazioni che emergono dalle Cinque tesi per le biblioteche del futuro emerse dal convegno Libro città aperta di cui parlai qui https://che-fare.com/almanacco/cultura/cinque-tesi-per-le-biblioteche-che-verranno-una-giornata-di-studi-a-milano/ Si veda anche Libro città aperta. Le biblioteche e lo sviluppo umano. Cinque tesi, a cura di Chiara Faggiolani, Milano, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Milano, 2024..
Del resto quella imponente indagine “La biblioteca per te”, a cui parteciparono 67.000 persone in Italia – che realizzammo ormai tre anni fa e di cui parlai anche qui – mostrava come la biblioteca emergesse proprio come punto di riferimento importante per la propria crescita personale e culturale, fonte di benessere mentale, grazie all’incontro con i libri e con le altre persone7Chiara Faggiolani, Biblioteca casa delle opportunità: cultura, relazioni, benessere, Roma, Sapienza Università Editrice, 2021.. Anche le relazioni hanno uno spazio importante nella teoria del flow: il benessere è fortemente dipendente da queste. Di questo però parleremo un’altra volta.
Se il tempo libero è una cosa così importante ad esso andrebbe dedicato lo stesso sforzo e la stessa serietà che si dedica al lavoro. In che modo? Per le biblioteche ad esempio dovrebbe essere assolutamente scontato posizionarsi in questo spazio/tempo presidiandolo a partire dal garantire orari molto molto ampi e aperture non straordinarie ma assolutamente ordinarie il sabato e la domenica, la sera fino a tardi. È in fondo una cosa assolutamente banale ma i fatti ci dicono ben altro.
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