Leicester è uno shithole, appunti di viaggio

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    Non è vero che sto per fare un salto culturale, mi dico pochi attimi dopo che un ausiliario della navetta da Stansted a St. Pancras mi ha indicato il binario dove dovrò attendere il treno. Non è vero, questo tizio mi ha appena risposto frettolosamente “there you go, mate”, e di colpo penso che tutto quello che mi sta accadendo e mi accadrà l’ho già visto e letto e ascoltato; sono anni che ingoio litri di cultura anglosassone in tutte le forme, il predominio schiacciante degli angloamericani nella cultura pop ha permesso loro di manifestare al mondo la loro quotidianità, il loro way of life; è un discorso che vale soprattutto per gli statunitensi, certo, ma anche per gli inglesi, anzi in ciò gli inglesi rappresentano una sorta di alternativa europea, e difatti una delle prime cose che noto due giorni dopo vagando per Leicester, mentre familiarizzo con la città, è l’onnipresenza dei campi da calcio.

     

    Immagine di copertina di Austrian National Library su Unsplash

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