La biblioteca di Babele dei movimenti. Intervista all’Archivio Primo Moroni per i suoi primi vent’anni di vita

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    Questo articolo è stato originariamente pubblicato su Carmilla in basso per leggere il testo completo.

    Mappe, cartografie, labirinti, geografie, concrezioni, nascondigli, topografie, giacimenti, pieghe, sentieri segnalati e passaggi segreti che dal passato arrivano al presente e guardano oltre, questo è il felice intrico che caratterizza l’Archivio Primo Moroni, una realtà che ha al suo attivo già vent’anni di attività e merita di essere conosciuta per le molteplici iniziative che propone, iniziative che si intrecciano con quelle del centro sociale occupato e autogestito Cox 18, che lo ospita, e della libreria Calusca City Lights, che lo affianca. Se qualcuno volesse un assaggio della molteplice configurazione di questa realtà dovrebbe visitare il sito internet https://www.inventati.org/apm/, un ricchissimo incastro di contenitori informativi, una miniera di riferimenti storici, politici, culturali. Ma mappiamo innanzitutto il luogo fisico, per chi non lo ha mai frequentato. Questo spazio si trova vicino alla zona della movida milanese, sui Navigli, in un quartiere pesantemente gentrificato che sta fra la circonvallazione interna e quella esterna, un vero nervo sociale scoperto su cui corrono le linee della filovia 90 e 91. Lì nei pressi, sul limitare meridionale del quartiere, c’è via Conchetta. Al civico 18 si accede da una porticina bassissima che si apre dentro un grande portone; una volta entrati si passa in un ampio cortile, uno dei pochi a non essere stato chiuso e privatizzato tra i molti che un tempo rendevano bello e accogliente il quartiere Ticinese.

    Note

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