Ripubblichiamo il Comunicato Congiunto a firma di Amleta, Approdi – Lavoratrici e Lavoratori della Cultura e dello Spettacolo, Calabria A2U -Attrici Attori Uniti, Autorganizzat Spettacolo Roma, Coordinamento Discontinuità, Facciamolaconta, Lirica Muta, Maestranze Veneto, P.C.P. Presidi Culturali Permanenti, R.A.C. – Regist_ a confronto, Sarte di scena, U.N.I.T.A. – Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo.
Nei giorni di consultazione sul tema del Codice dello Spettacolo presso il Ministero della Cultura, le associazioni e organizzazioni di settore firmano un comunicato unitario “rimandando al mittente la proposta del Governo, denunciandone contraddizioni e aberrazioni”
Il 28 agosto 2023 il Consiglio dei Ministri n. 48 ha approvato in esame preliminare un decreto legislativo che introduce l’indennità di discontinuità annunciando platealmente di aver messo in campo disposizioni “rivoluzionarie” e risolutive di tutte le problematiche sistemiche del settore spettacolo.
A seguito di una riunione nazionale che ha visto incontrarsi le principali realtà che si occupano del settore (gruppi di lavoratrici e lavoratori, associazioni di categoria, sigle sindacali e altri organi di rappresentanza), pubblichiamo questo comunicato congiunto, rigettando con forza e unità il provvedimento che propone soluzioni ampiamente inadeguate e dimostra la mancanza di ascolto delle istituzioni riguardo alle reali necessità di lavoratrici e lavoratori del settore.
Nonostante sia sempre stata unanime la richiesta ai Governi di una presa di coscienza sulle condizioni caratteristiche dello spettacolo dal vivo e del cineaudiovisivo, ancora una volta, ci troviamo a dover ribadire cosa si intende per “discontinuità” e lo faremo con parole semplici, per non lasciare spazio a dubbi e a malinterpretazioni.
Il reddito delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo è fisiologicamente discontinuo perché molte giornate di lavoro non vengono contrattualizzate; i periodi di progettazione, studio e preparazione non vengono riconosciuti e, di conseguenza, erroneamente considerati come periodi di inattività. A essere intermittenti, sono i contratti, non il lavoro che svolgiamo.
La discontinuità, quindi, deve essere intesa non come un fenomeno di precariato bensì come caratteristica specifica del lavoro nel comparto e per essa deve essere messa in atto un’altra misura, diversa dalla NASpI, che esca dalla logica contributiva propria di quest’ultima. Disoccupazione e discontinuità sono entrambi fenomeni che riguardano il mondo dello spettacolo, ma sono fenomeni distinti.
Elenchiamo brevemente le criticità più evidenti della proposta:
● In primo luogo, le 60 giornate contributive richieste sono troppe, in special modo per i comparti artistici che più risentono della mancata contrattualizzazione di periodi di progettazione e preparazione.
● In seconda istanza, questo sostegno si configura in tutto e per tutto come un “bonus”: in un’unica soluzione, nel mese di giugno e fino ad esaurimento dei fondi. La somma erogata è però inferiore alla NASpI, essendo riconosciuta per un numero di giornate pari ad un terzo di quelle accreditate nell’anno civile precedente la presentazione della domanda e con importo equivalente al 60% della media delle retribuzioni imponibili
● Inoltre, chi riuscisse a percepire questo sostegno, si vedrebbe poi negati sia NASpI che ALAS, strumento di sostegno al reddito discontinuo per Partite IVA varato dal Governo nel 2022.Tutto questo non è né il riconoscimento della discontinuità né una forma di sostegno strutturale.
Un’altra grave contraddizione è l’obbligo, per i percettori di questo sostegno, di frequentare dei “percorsi di formazione continua e di aggiornamento professionale nelle discipline dello spettacolo allo scopo di mantenere o sviluppare le competenze finalizzate al reinserimento nel mercato del lavoro”. Con queste parole le istituzioni dimostrano di non aver compreso che i periodi di inattività contrattuale non sono dovuti a una scarsa formazione e non sono periodi di
disoccupazione, pertanto è completamente errato parlare di “reinserimento” lavorativo; sono periodi di lavoro non contrattualizzato, indispensabili per studio, provini, aggiornamento, manutenzione, senza i quali lavoratrici e lavoratori dello spettacolo non potrebbero esercitare la propria professione.
La discontinuità non è conseguenza di una scarsa preparazione professionale, ma è una caratteristica intrinseca dei mestieri dello spettacolo, pertanto, la necessità di una “formazione permanente” non può essere vincolo alla percezione del sostegno, ma deve essere intesa in un quadro più ampio di risanamento delle connessioni tra tutte le professionalità della categoria e può aver senso solo se inserita in un sistema che strutturalmente riformi il settore, come funzione della cooperazione collettiva.
In conclusione, il decreto legislativo approvato in esame preliminare il 28 agosto 2023, non mette in atto le misure “rivoluzionarie” dichiarate e, al contrario, ci riporta pericolosamente indietro
cancellando gli anni di confronto con commissioni, ministeri, politici.
È fondamentale riconoscere la discontinuità in modo organico, non attraverso misure a spot che saranno sempre inefficaci e dispersive. La misura di sostegno alla discontinuità deve essere pensata nella prospettiva di emersione del lavoro grigio e nero, di miglioramento delle condizioni di lavoratrici e lavoratori, studiata come un sistema di agevolazioni contributive che gravi il meno possibile sulle finanze pubbliche e sia in grado di auto-sostenersi.
Rimandiamo al mittente la proposta del Governo, denunciandone le contraddizioni e le aberrazioni, e lanciamo attraverso i nostri mezzi una grande campagna di informazione e di contrasto a questo Decreto Legge che, ancora una volta, umilia e offende tutte le professioni dello spettacolo.
FIRME
Amleta
Approdi – Lavoratrici e Lavoratori della Cultura e dello Spettacolo Calabria A2U – Attrici Attori Uniti
Autorganizzat Spettacolo Roma
Coordinamento Discontinuità
Facciamolaconta
Lirica Muta
Maestranze Veneto
P.C.P. Presidi Culturali Permanenti
R.A.C. – Regist_ a confronto
Sarte di scena
U.N.I.T.A. – Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo
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