Questo contributo rappresenta il seguito di un precedente approfondimento sulla cultura nella politica di coesione nel ciclo 2021-2027 (giugno 2024), dove si erano richiamati gli indirizzi strategici per l’utilizzo dei Fondi europei della politica di coesione 2021- 2027 e le risorse programmate per la cultura (circa 1,4 miliardi di euro, cfr. tabella riportata più avanti).
In questa sede la riflessione viene integrata con una panoramica delle scelte e delle azioni che ciascuna amministrazione titolare di programma si è impegnata a realizzare in attuazione dell’Accordo di Partenariato Italia – CE.
In che modo nei programmi nazionali e regionali la cultura concorre agli obiettivi dei fondi europei? Attraverso quali azioni? In quali territori?
I programmi cofinanziati dalla politica di coesione 2021-2027 declinano le tematiche culturali nell’ambito dei pertinenti obiettivi tematici del FESR più sollecitati dalla programmazione elencati nel prospetto riportato più avanti:
- 15 programmi, di cui due nazionali, sostengono la digitalizzazione a vantaggio di cittadini, imprese, organizzazioni di ricerca e autorità pubbliche (OS 1.2), attraverso: infrastrutture digitali per gestire ed erogare servizi di luoghi della cultura statali (PN Cultura); la costruzione di data center a sostegno della sicurezza e protezione del patrimonio pubblico, nonché l’incremento del livello di connettività digitale (PN Sicurezza per la Legalità); progetti di digitalizzazione e creazione di ecosistemi e servizi digitali per la conoscenza, tutela, fruizione, gestione e valorizzazione di beni culturali (PR Campania, Umbria, Lombardia, Toscana, PA Trento, Veneto), o del patrimonio storico delle istituzioni culturali locali (PR Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna), di borghi e centri storici (PR Marche); l’innovazione della filiera settoriale attraverso le tecnologie digitali realizzate dalle imprese dell’industria culturale e creativa (PR Puglia, Lazio);
- 17 programmi, di cui 2 nazionali, perseguono il rafforzamento della crescita sostenibile e della competitività, unitamente alla creazione di posti di lavoro (OS 1.3), anche investendo sulle PMI dei settori culturali e creativi. Ciò può avvenire attraverso il sostegno ad imprese esistenti, singole o in forma aggregata, e il supporto alla nascita di nuovi soggetti che esprimano progettualità imprenditoriali nelle filiere culturali e creative, con il coinvolgimento di istituzioni e organizzazioni culturali pubbliche o private (PN Cultura), nelle 14 città metropolitane aventi natura sperimentale ed innovativa ed a stretta vocazione locale (PN Metro Plus e Città medie Sud), per qualificare e innovare prodotti e servizi collegati ai beni del patrimonio (PR Calabria e Campania), o ai luoghi della cultura istituzionali (PR Lombardia), o alle produzioni culturali dell’audiovisivo, del cinema, dello spettacolo dal vivo e alla filiera turistica (PR Umbria, Lazio, Liguria, Toscana, Veneto, Molise), ovvero per attivare specifici contesti locali, come borghi e centri storici (PR Marche), o sviluppare settori rilevanti per l’ambito regionale (PR Friuli Venezia Giulia, Val D’Aosta), anche in coerenza con le traiettorie di sviluppo individuate dalle Strategie di Specializzazione Intelligente (Smart Specialisation Strategy, c.d. S3) regionali legate alla cultura e all’industria creativa (PR Basilicata, Emilia Romagna), o per favorire la transizione dei luoghi della cultura da consumo a produzione attraverso approcci collaborativi tra imprese e coordinamento tra filiere (PR Puglia, Umbria);
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