Contro l’oggetto, contro il design

Questo articolo è stato originariamente pubblicato su Il Tascabile.

Contro l’oggetto (Quodlibet) chiama a raccolta attraverso una serie di conversazioni alcune tre le voci più influenti e radicali del design contemporaneo, come anche della critica e della storia del design. Dietro a questo progetto c’è Emanuele Quinz, professore all’Université Paris 8 ricercatore all’EnsadLab. Abbiamo così colto l’occasione per raggiungerlo, per provare a capire quanto in questo momento il design possa venirci in soccorso, aiutandoci a ridisegnare il nostro modo di vivere, agendo su un rinnovamento; riprogettarci insomma, o almeno, consolarci.

Quante definizioni di design possiamo trovare oggi, in Italia? Come ci aiutano a capire il presente?

Sicuramente molte e divergenti. Luoghi comuni si sovrappongono a definizioni accademiche e istituzionali, corporative, ad altre più controcorrente, più sovversive o marginali. Il fatto che non ci sia unanimità ma dibattito sulla definizione del design non è un fattore negativo, al contrario. Anche Contro l’oggetto prova a far risuonare la vivacità di questo dibattito. Il libro è costruito come un insieme di conversazioni, a più voci, come una composizione polifonica che rivela diversi percorsi, diverse posizioni e proposte, e quindi diverse definizioni della disciplina.