Corrado Melluso: Timeo, Nicolas Jaar e la nuova cultura d’opinione

Appuntamento a Las Vegas, Pigneto. Con Corrado Melluso ci sediamo dentro al bar accanto alla famosa sala slot di Piazzale Prenestino: sono anni che la sua insegna rosso sangue getta sulla zona una sorta di incantesimo, composto di luce artificiale e decadenza magica. Siamo immersi in un b-movie girato da uno Scorsese in preda, più del solito, ai fumi di copiosi deliri chimici. Qui vicino c’è lo studio in cui si svolgono le operazioni di Timeo, la nuova casa editrice di Corrado Melluso (e di Federico AntoniniFederico CampagnaAssunta Martinese e Valerio Cianci) nata all’incirca un anno fa. In questo tempo hanno costruito un catalogo multiforme e in evoluzione costante, in cui si passa dalla filosofia politica alla narrativa sperimentale, da classici che hanno scritto il futuro alla ricerca sonora.

L’occasione per questa lunga chiacchierata, alimentata dai due santi Peroni e Messina, è l’uscita di un nuovo libro, molto speciale: “Isole”, la prima avventura in assoluto nel mondo delle parole stampate di Nicolas Jaar . Racconti di fantasia immaginifici, ancorati ai drammatici fatti reali che riguardano il genocidio in corso in Palestina. Una lingua ibrida e decisamente musicale. L’azzurro cangiante della copertina del libro riflette e rompe in una chiazza acquosa i neon del bar; una playlist incredibile tra Seun Paul e la Pausini scorre inesorabile in sottofondo. Stappate le prime due birre, iniziamo a entrare nel vivo.

 

Immagine di copertina di L’Odyssée Belle su Unsplash